Totò o Eduardo ne avrebbero fatto un must, una pièce teatrale di successo. Un amaro successo. Uno spaccato della società della comunicazione che non riesce a comunicare. Lo scenario è il comune di Buccinasco. La trama. Mercoledì, è stato celebrato il funerale di un signore (si evita per ovvie ragioni di farne nome, cognome, età e generalità).
Porte chiuse
Finita la cerimonia funebre in chiesa, il corteo è arrivato davanti al cimitero di via Romagna e… sorpresa delle sorprese ha trovato le porte chiuse, anzi sbarrate. Tutto deserto. Nessun addetto, nessun’anima (visto il luogo) che potesse spiegare perché non si poteva procedere con la tumulazione del feretro.I parenti, oltre al dolore per la loro perdita, sono stati assaliti dallo sgomento: non sapevano cosa fare. Il responsabile delle pompe funebri ha chiamato il comune. Allo stato civile hanno risposto di aver avvisato sia via fax (come vuole la prassi), sia con una mail la cooperativa che ha in appalto la gestione del cimitero che quel giorno ci sarebbe stato il funerale.
Telefoni caldi
Alla sede della cooperativa, a Paderno Dugnano, però, nessuno aveva letto i messaggi, ed essendo mercoledì giorno di chiusura del camposanto, ogni addetto aveva preso altri impegni. Le telefonate si sono incrociate, i fili del telefono sono diventati caldi. Da Paderno è partita una squadra che, naturalmente, vista la distanza è arrivata a Buccinasco più un’ora dopo. Un’ora che corteo, parenti, amici, hanno trascorso in attesa, con macchine e feretro posteggiati sotto il sole, dietro la porta sbarrata del cimitero. Di fronte allo sdegno e alle proteste dei partecipanti, il comune si è scusato per i disagi provocati.