Questo almeno emerge dalle prime indagini dei carabinieri che hanno notificato alla donna il fermo di polizia sottoscritto dal sostituto procuratore del Tribunale di Pavia, Roberto Valli. Il fascicolo aperto sul tavolo del magistrato inquirente parla di omicidio volontario.
L’allarme era stato lanciato l’altra sera dal marito della donna, William Anzaghi, che aveva ricevuto una telefonata. “La nostra bambina non esiste più” gli aveva detto la moglie dalla quale stava per separarsi. I carabinieri, dopo aver rotto una finestra, erano entrati nell’appartamento e avevano trovato Patrizia Coluzzi e la figlia Edith sul letto. Lei aveva profondi tagli sulle braccia, la bambina era morta da poche ore.
Al momento non è ancora chiaro cosa l’abbia uccisa. Secondo i carabinieri sarebbe stata soffocata, ma senza gli esiti degli esami autoptici, non c’è alcuna certezza. Ma gli investigatori sembrano avere pochi dubbi, soprattutto dopo aver letto alcuni messaggi che la donna aveva disseminato nell’appartamento: “Non posso lasciarti sola con lui”.
Patrizia Coluzzi aveva tre figli e due storie matrimoniali fallite. Dal primo marito aveva avuto due gemelli, Edith era il frutto dell’unione con Willian Anzaghi. Madre e figli, la sera prima del presunto omicidio della bambina erano andati a Buccinasco dal nonno materno. Lì si erano intrattenuti a cena. Non c’era alcuna avvisaglia della tragedia che stava per compiersi.
A fine serata, la donna aveva accompagnato i gemelli dall’ex marito, poi era tornata nella casa di Cisliano. Tramite alcune videochiamate aveva fatto vedere la bambina a William Anzaghi. Per l’ultima volta. Poi il disagio mentale che da tempo l’affliggeva, disagio la cui pericolosità nessuno psicologo è riuscito a classificare, ha preso il sopravvento. E una bambina di appena due anni ne ha pagato il conto più amaro.