Confalonieri è in carcere dal 6 novembre scorso con le accuse di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni. L’episodio è accaduto lo scorso 2 ottobre e a supporto dell’accusa esistono anche alcuni video che mostrano alcune fasi del sequestro di persona, avvenuto in un bar, e delle successive violenza avvenute a casa della coppia davanti alla figlia dei due, una bambina di appena poco meno di un anno e mezzo.
La richiesta di rito immediato era stata inviata al gip Stefania Pepe, il magistrato che ha emesso l’ordinanza cautelare nei mesi scorsi, subito dopo la conclusione delle indagini dei carabinieri di Corsico, coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo.
Lo scorso 3 dicembre, la donna che ha subito gli abusi, ha ricostruito davanti al igip il giorno “da incubo” in cui lei e il marito erano stati drogati da Confalonieri che, secondo l’accusa, avrebbe sciolto un potente sonnifero nei loro drink sorseggiati all’ora di pranzo in un bar vicino a casa. Dopo di che, avvelenati al punto da non capire cosa stesse accadendo, i coniugi sono stati accompagnati nel loro appartamento dal 48enne, il quale ha violentato la donna mentre in casa era presente anche la figlioletta di meno di un anno.
La prossima udienza si terrà tra meno di una settimana, il 26 maggio. In quella occasione prenderà la parola l’accusa, rappresentata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, per la richiesta di condanna nel processo abbreviato (porte chiuse e sconto di un terzo sulla pena). La perizia, disposta dal gup, è stata firmata da Raniero Rossetti, psichiatra esperto anche nel campo delle dipendenze, e oggi è stata analizzata alla presenza anche dei consulenti delle parti.
Secondo la difesa, Confalonieri avrebbe agito in stato di alterazione psicofisica dopo aver assunto alcolici e cocaina. La perizia li ha smentiti. In aula era presente anche la donna vittima di abusi, assistita come parte civile dal legale Matteo Pellacani. Intanto, va avanti una tranche d’indagine, sempre condotta dai carabinieri, per far luce su casi simili ai danni di altre donne (quattro sono state già ascoltate in Procura) che si sono fatte avanti per denunciare ciò che avrebbero subito con lo stesso schema dall’agente immobiliare, presunto “seriale”.
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