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Argow il pirata

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Dalla tolda della Dafne, Argow ha messo a ferro e fuoco le rotte tra il Nuovo e Vecchio Continente

Chi è Argow. Un marinaio. Un marinaio ribelle. Proviene dalle Ardenne. Nella sua prima vita si è messo a capo di un manipolo di suoi compari e si è ammutinato. È diventato un pirata. Dalla tolda della Dafne ha messo a ferro e fuoco le rotte tra il Nuovo e Vecchio Continente. Ha ucciso più di duemila uomini. Ha accumulato ricchezze incredibili. Nella sua seconda vita cerca il riscatto sociale. Ma ci può essere un delitto senza un castigo?

Ci può essere riscatto sociale in una provincia, quella francese, in cui la piccola borghesia maligna e pettegola assegna etichette indelebili e adotta un’unica parola d’ordine: “arricchirsi”?  Serve essere diventato un filantropo? Serve convertirsi alla carità cristiana? Serve fare propria un’idea di espiazione che si sublima in opere dedicate ai più deboli, ai derelitti, ai miserabili? Nulla può contro gli invidiosi, gli ingrati, i malevoli. Nulla può contro coloro che lo spiano, indagano su di lui, lo denunciano, lo consegnano nelle mani della Giustizia.

Stanco di fuggire

Non ci sono giustificazioni per i suoi crimini. Non è colpa della società se è un trovatello, non è colpa della società se è stato abbandonato dalla madre, non è colpa della società se ha scelto o non ha avuto alternative all’impugnare un’arma e prendersi quel che gli serviva. A nessuno interessa che la sua vera indole sia un’altra. Che è stanco di fuggire. A nessuno interessa che si sia innammorato di una donna che lo ha trasformato in un altro uomo. Deve scontare gli antichi errori.

Da giudicare e condannare

Annette, sposata col vincolo religioso con una cerimonia ricca di presagi funesti, è la sua ancora di salvezza. A lei si aggrappa per redimersi. È un’anima pura, è la chiave del riscatto. Non quello terreno, quello dell’anima. È un malfattore e come tale va giudicato e condannato. Peccato che a tradirlo, sia pur inconsciamente, sia sua madre, la stessa che lo aveva abbandonato appena nato lasciandogli in dote solo una vecchia pergamena con su scritto il suo vero nome e la sua data di nascita.

Il genio di Balzac

“Argow il pirata” è la prima opera in cui si intravede lo spessore dell’autore di “La Commedia umana” e di “Papà Goriot”. Comincia qui l’introspezione dei caratteri umani, la descrizione dei costumi sociali che ne faranno un grande di Francia. Descrive tipi umani che riappariranno spesso in altri romanzi, formando dei ritratti di gruppo.  Qui ne traccia un primo affresco. Charles Baudelaire, che vedeva in Balzac un visionario appassionato diceva, a proposito delle sue opere: “Tutti i suoi personaggi sono dotati dell’ardore vitale di cui era animato lui stesso. Tutte le sue finzioni sono tanto profondamente colorate quanto i sogni.”
Ecco, Argow si può leggere come un sogno.

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