Alberto Figliolia (nella foto qui in alto) è un giornalista cesanese, conosciuto anche come un poeta particolarmente originale per gli argomenti che ne ispirano l’arte. Trova, ed esprime, la poesia nello sport e nell’osservazione delle cose di tutti i giorni, quelle che quasi non si notano, ma che fanno parte della nostra vita. L’Alberto Figliolia poeta le fa risplendere davanti agli occhi, lasciando stupiti ad ammirarne la realtà. È come un dito che accende una luce, pigiando su un interruttore, che le illumina all’improvviso. E la luce si è accesa anche con l’ultima sua fatica: “Milano in 17 sillabe”.
Schema poetico popolare giapponese
Si tratta di un’antologia Haiku, uno schema poetico popolare giapponese, che coglie particolari nelle cose di tutti i giorni presenti in varie zone di Milano, e dei paesi della prima cintura. Li descrive in 3 versi e per chi conosce Milano, e i comuni dell’Hinterland, ogni poesia accende una lampadina. Quella di Cesano Boscone ricorda i momenti dell’autunno quando passando sotto i numerosi viali di aceri si viene spesso investiti dalle cascate di semi che scendono a terra. Sembrano piccoli elicotteri che scendono dall’albero.
Versi composti da 17 sillabe
A Cesano Boscone sono dedicate 4 poesie, a Rozzano 3, poi ci sono Bareggio, Rho, Cuggiono e Senago. Le altre poesie sono dedicate a luoghi di Milano e ne colgono l’essenza in una sola parola, lasciando quasi senza fiato il lettore. Lo stesso uso dell’antologia Haiku, con i versi composti da 17 sillabe, in poesia chiamate anche more, ricorda la Milano più reale, capace di innamorarsi di uno stile, quello giapponese, per sensibilità culturale.
Stile giapponese
A Milano tutto ciò che è giapponese piace, dal cibo ai manga. È una città cui piace sperimentare tutto, e come dice un proverbio che la caratterizza: “se cerchi qualcosa, e non la trovi a Milano, è perchè non esiste”. Quindi si può dire che se cerchi un’ antologia di poesie in stile giapponese ma dedicate a Milano, ora c’è.
Immagine vs parola
Ma chi è Alberto Figliolia. Ex allenatore di basket, coniuga la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e solidarietà. Ha collaborato con Silvana Ceruti alla conduzione del Laboratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di Milano-Opera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione dello Haiku e crede con fermezza nel concetto libertario della poesia. “La civiltà dell’immagine non può uccidere la civiltà della parola – ha detto – Semmai le due possono convivere, felicemente compenetrandosi”.