Avevano promesso all’ex assessore regionale Domenico Zambetti, un pacchetto di voti che ne permettessero, nel 2010, l’elezione alla Regione Lombardia. Chi? Esponenti di diversi gruppi mafiosi della 'ndrangheta che ha radici nel milanese. Nomi grossi. Dai Barbaro - Papalia di Buccinasco ai Morabito di Milano, ai Di Grillo di Cuggiono. Poi i loro rappresentanti erano passati all’incasso e preteso dall’uomo politico 200mila euro in contanti.
Voti "garantiti"
Una “bella storia” che val la pena riassumere. Secondo l’accusa, Zambetti venne eletto alle regionali del 2010 anche grazie ai voti della 'ndrangheta, voti garantiti dagli uomini “d’onore di casa Papalia, Morabito e compagnia bella. I giudici dell'Ottava Sezione Penale lo avevano scritto nero su bianco nelle motivazioni della sentenza di primo grado che, lo scorso luglio, portò alla condanna del politico per voto di scambio con la 'ndrangheta, corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa.
Prima condanna
Nel 2012, l’arresto di Zambetti portò alla crisi della giunta Formigoni e alla fine anticipata della legislatura regionale. L'allora assessore alla casa, eletto con 11 mila preferenze, finì in carcere con un'accusa pesantissima: quella di aver versato 200 mila euro in contanti alle cosche della 'ndrangheta per assicurarsi un pacchetto di 4 mila voti garantiti.
L'appello
Chiuso con una condanna a carico di Zambetti di 13 anni e sei mesi il primo processo, in questi giorni davanti alla terza sezione della corte di Appello di Milano si sta celebrando il giudizio di secondo grado. Ieri la requisitoria del Pg Galileo Proietto, secondo il quale: “ Domenico Zambetti ha "consapevolmente" attinto voti dal "bacino della criminalita' organizzata" e ha stretto un "patto" con i referenti delle cosche lombarde che "prevedeva, in cambio di voti, lavoro e appalti".Alla fine della sua arringa, il giudice ha chiesto la conferma della condanna a 13 anni e mezzo, inflitta in primo grado.
Il tramite
Il sostituto pg ha chiesto poi di confermare le pene anche per Ciro Simonte, condannato a 11 anni di carcere, per Ambrogio Crespi, fratello dell'ex sondaggista di Berlusconi (Luigi), condannato a 12 anni. Chiesti invece 4 anni e 4 mesi per il presunto il boss Eugenio Costantino, il tramite tra le cosche e il politico. Si ritorna in aula il prossimo 16 aprile.
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